AQuaM, 26 agosto 2015
LOBBY … VELINE … MIGRAZIONE … VENDETTE ASSURDE …
L’equilibrio mondiale, tutti lo affrontano, salvaguardando il proprio “orto”, nessuna strategia, “disordine” sparso.
L’unica che da sempre (secoli) possiede una strategia per tutto quello che vuole cambiare “l’equilibrio ” è una, dal nome ( di fantasia ), “ LA LOBBY ALFA” con varie ramificazioni, interne ed esterne, fra queste le “logge segrete”; esterne; una di queste, nasce direttamente dalla “LOBBY ALFA” e la considera il suo braccio …
Circolano consigli, “veline” con lo scopo di distogliere ( oggi ), l’attenzione dei cittadini dal tema “migrazione”, con altri temi, mai però di interesse generale.
Agosto, un mese piatto per Facebook, pochi post, tutti leggeri e fatui, sia su bacheche pubbliche, con migliaia di aderenti, aperte a tutti, altre con pochi membri, in cui gli amministratori/ (alcuni) intervengono spesso per usare il diritto di veto e quindi non vi accedi più.
Altri post, sempre pochi, in bacheche, che puoi leggere, ma non intervenire (commenti), manca fisicamente lo spazio per farlo, agisce come una “ loggia ”; segreta quando ne è proibita la visione se, non sei iscritto (accettato ). Non sempre ma, cambiano spesso profilo e foto, un vecchio detto:
“ l’abito non fa il monaco”, per confondere le idee di chi legge e riflette.
Usando il mezzo in modo trasparente e aperto, Facebook, diventa una comunicazione, moderna di massa, è giovane; pochi commenti documentati, che stimolano il confronto a 360 gradi; la massa, brevi, “ pizzini “; molti “ piacioni “, ( mi piace) per far sapere all’amico che …
Abbiamo seminato, ora ne raccogliamo il frutto; “siamo innocenti” ?
VENDETTE ASSURDE, LA LEGGE EGUALE PER TUTTI …
Un uomo, pubblico, dovrebbe conosce il diritto, in particolare “La Costituzione Italiana”, su Facebook scrive:
“ l’uomo e la donna che hanno ridotto così un ragazzo (sfigurato, senza udito, senza vista, con un polmone bruciato dai vapori acidi) chiedono di potere accudire (educare) il loro bambino appena nato. Anche se in generale ho poca fiducia nei giudizi popolari (ricordo quando venne preferito Barabba…) mi piacerebbe sapere cosa deciderebbe la gente comune.”
Il suo dovere, di uomo di legge è, rispettare le leggi, farle rispettare, non confondere la religione con la laicità dello stato sempre, non secondo convenienze ideologiche per cercare il consenso di queste, la cultura sindacalista si palesa.
E’ interessato a sapere cosa deciderebbe la gente comune, è per caso razzista, ideologicamente parlando, Lei fa parte, forse di lobby esclusive, non accessibili a tutti, altra forma di razzismo dei “colletti bianchi”.
Non controlla il fatto che pone: La foto pubblicata, non è di Pietro Barbini, nella foto sotto, quella vera.
Con la vicinanza continua del padre, Gherardo Barbini e della madre, con una riservatezza estrema si interessano del futuro del figlio.
Nonostante le sue condizioni, a dicembre si laurea, si sposta da Milano a gli USA, per dare esami all’università di Boston e migliorare l’aspetto, un grande, non si arrende.
Vive in mezzo alla gente, dimostrando coraggio.
Quello della foto, posta dal Cataldo su Facebook, è William Pezzullo, 27 anni, sotto la foto. La sua storia ha fatto il giro d’Italia. La notte tra il 19 e il 20 settembre 2012 la ex, all’epoca incinta al nono mese con la complicità di un amico ha messo a segno una vendetta feroce: una secchiata di acido solforico gettato addosso all’uomo che non la voleva più, e che non credeva di essere il padre del bambino che lei portava in grembo.
” Per mesi William, ragazzone atletico pronto alla battuta, è stato a un passo dalla morte. “
“oggi invalido al cento per cento e incollocabile nel mondo del lavoro”.
Alcuni appunti della sua situazione attuale:
ha perso l’occhio destro e vede due decimi dal sinistro – senza orecchie e il corpo, viso compreso, è martoriato da frustate scure. Le cicatrici di quell’acido “in grado di corrodere le ossa ai maiali”, racconta la mamma Fiorella con voce incrinata. Ogni giorno Willy si infila delle guaine per appiattirle. Il liquido gli ha mangiato la pelle e parte dei muscoli.
La routine della famiglia Pezzullo è scandita da esercizi riabilitativi, innesti, docce e bagni speciali. Una crociata combattuta continuando a cercare il nome di qualche luminare della medicina non ancora provato: «William è stato due mesi e mezzo in terapia intensiva a Genova e poi ha subìto 11 interventi – racconta la madre del barista, che ha speso in cure già oltre ventimila euro e per pagarsele ha venduto il locale. L’ultimo innesto per recuperare la mobilità del collo fatto a Monza in giugno lo ha lasciato peggio di prima. Esteticamente è un disastro: guardi com’è gonfio.
Circa trenta commenti, sul post di cataldo: “L’uomo e la donna che hanno ridotto così …
Tutti in linea più con la vendetta, che con le leggi, non seguono i consigli di Papa Francesco che predica Perdono e Misericordia, grande Papa, se pensa come loro.
Unico fuori dal coro(credo) Roberto valentini, chiede:
“ … Io direi vediamo cosa decidono i giudici che hanno in mano tutti i dati necessari! “.
Ecco, cosa dicono i giudici … e i periti, ma non solo di questa prima sentenza, portiamo il confronto con altre.
Solo sintesi dei fatti, nessuna opinione, gradiremo la Vostra nei commenti o nelle lettere, di cui garantiamo l’anonimato.
La bocconiana Martina Levato e il broker Alexander Boettcher “non hanno mai esternato pena o dolore” per Pietro Barbini, aggredito con l’acido lo scorso 28 dicembre, e si sono dimostrati “insensibili” e privi di “sentimenti”. Lo scrive il Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato la coppia a 14 anni.
Il collegio della nona sezione penale di Milano, presieduto da Anna Introini, “ritiene ampiamente provata – si legge – la responsabilità penale degli imputati” per il reato di lesioni gravissime, “correttamente qualificato dal Pubblico Ministero” Marcello Musso e “sussistenti tutte le aggravanti di cui al capo d’accusa, ad accezione della aggravante della crudeltà”.
La sentenza, per i giudici Martina e Alexander “non hanno mai esternato pena o dolore per quello che hanno fatto a Pietro – si legge ancora nelle motivazioni da poco depositate – i ‘due amanti’, portando all’attenzione del Tribunale la loro totale assenza di empatia, si sono dimostrati completamente centrati su loro stessi, insensibili e del tutto indifferenti ai sentimenti altrui, chiusi nelle loro logiche personali, incapaci di dimostrare sentimenti ed emozioni sincere”.
La parte controversa(fra cronisti) e le sentenze emesse è l’applicazione della legge.
La parte che ha fatto più discutere, “la potestà genitoriale e togliere il figlio alla madre”.
Il magistrato dei minori Annamaria Fiorillo non ha dubbi, “ diabolica coppia” definisce gli imputati.
Un team di psichiatri, nessun perito in contraddizione, tutti contro, affermano: “ concepito per vendetta”, una domanda, viene spontanea e gli altri nati.
Secondo i periti, incaricati dai giudici, erano pienamente capaci di intendere e di volere nel corso dell’aggressione. Inoltre, la coppia si compensava nel progettare piani criminali.
Nelle conclusioni della perizia, circa 60 pagine di pagine firmate dagli psichiatri Erica Francesca Poli e Marina Carla Verga, viene quindi esclusa qualsiasi forma di incapacità, anche parziale, con riferimento all’aggressione a Barbini del 28 dicembre scorso. Per i periti la coppia ha anche la capacità processuale di seguire le fasi del giudizio.
Stando alla relazione, sia Alexander che Martina hanno tratti “manipolativi” ed “egocentrici” e nessuno dei due avrebbe avuto un ruolo dominante sull’altro.
All’interno della coppia, stando ai periti, ognuno dei due avrebbe agito assecondando le proprie caratteristiche.
Da una parte c’era Boettcher, con i suoi tratti di “sadismo”. Dall’altra la bocconiana, in cerca di riscatto sociale, sessualità libera e forte e un ambiente di successo.
Proprio lei, secondo gli psichiatri, si sarebbe accollata il compito di agire e, quindi, di lanciare l’acido contro Barbini. Mentre Alex avrebbe avuto il ruolo di organizzatore dei progetti criminali.
Un sola, esterna al processo, “L’interesse del bambino viene prima di tutto”, spiega Simonetta Bonfiglio, psicoanalista.
“La profonda dissociazione, con i crudeli comportamenti dei genitori dettati da disprezzo e violenza verso le loro vittime, e la lunga condanna, non lasciano alcuno spazio perché si sviluppino forme di vicinanza del bambino ai genitori naturali”. L’unica ipotesi praticabile, seguendo questo ragionamento, è tagliare ogni legame: “La società – conclude Bonfiglio – attraverso i suoi organi istituzionali si deve fare carico della tutela del bambino e dargli una possibilità di vita senza così pesanti ipoteche”.
Prima che arrivi la decisione del Tribunale per i minori, il pm Musso e la direttrice del carcere di San Vittore, Gloria Manzelli, ognuno per la propria parte, si stanno occupando della sistemazione di Martina all’uscita dall’ospedale col figlio.
Potrebbe andare in un carcere attrezzato, che ospita madri detenute (anche per reati come l’omicidio) con i loro figli. Tutto questo, in attesa della pronuncia del Tribunale, oltre ai 14 anni, come pena accessoria, a Martina e Alexander è stata applicata “l’interdizione legale”, con la decadenza della “responsabilità genitoriale”.
La sentenza però è di primo grado, dunque per questo aspetto non ancora esecutiva.
Secondo lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro, “il bambino ha il bisogno immediato di un ambiente che lo accudisca.
La sentenza:
Sono stati condannati a 14 anni di carcere Martina Levato e Alexander Boettcher, lo scorso 28 dicembre, Pietro Barbini, ex compagno di scuola di lei.
Così hanno deciso i giudici della nona sezione penale del tribunale.
I giudici hanno escluso una delle tre aggravanti contestate, ossia quella della crudeltà; Il pm Marcello Musso aveva chiesto per la coppia 15 anni di carcere.
Restano le aggravanti dei motivi abietti e della premeditazione. Quando è stata letta la sentenza era presente in aula solo Boettcher, che è rimasto impassibile.
I giudici hanno anche stabilito a favore di Barbini una provvisionale immediatamente esecutiva da un milione di euro e per i suoi genitori una complessiva da 100mila euro. Il risarcimento complessivo dei danni dovrà essere liquidato in sede civile.
In cinque mesi e mezzo si è arrivati ad una sentenza.
Per Paolo Tosoni, avvocato di parte civile che nel processo rappresentava Barbini, la pena è adeguata: “Siamo soddisfatti, anche per il risarcimento provvisionale da un milione di euro che è molto alto e che è un ulteriore segnale”.
Portiamo il confronto con altre, alla luce di altri fatti analoghi.
Processo Elena Perrotti e Dario Bertelli:
Alcune note di stampa
“ Elena Perrotti, che ha acidificato il povero William Pezzullo privandolo di un occhio, distruggendo la sua carriera e il suo volto e che si farà un paio di anni ai domiciliari se le va male (condannata a 10 anni –7 anni per legge Finocchiaro su detenute madri; 3 anni residui, si possono fare come noto ai servizi sociali)”
Era stata una vendetta quella della ragazza, Elena Perrotti, che aiutata da un amico più grande, Dario Bertelli, aveva voluto punire il ragazzo che l’aveva scaricata proprio mentre era in stato di gravidanza.
Una condizione psicofisica che aveva portato i giudici della corte d’appello di Brescia a scontare due anni di pena ad Elena Perotti, che ora vive in una comunità protetta nel cremonese con il bambino avuto pochi mesi dopo aver sfigurato per sempre l’ex compagno. Prima amato e poi odiato.
La sentenza:
La stampa, i magistrati, le ideologie (arrivano a scambiare anche le foto), delitti, orribili, vengono fornite notizie, esaurienti; di altro, molto poche.
A Roma la Cassazione, conferma la condanna in appello, a otto anni dei dieci anni in primo grado, condanna definitava per lesioni gravissime nei confronti di Elena Perotti, la giovane madre, 25 anni, che una notte di settembre di due anni fa sfigurò con l’acido l’ex fidanzato William Pezzullo: oggi invalido al cento per cento e incollocabile nel mondo del lavoro.
Cataldo, con leggerezza è caduto nella trappola tesa, non l’avrebbe pubblicata, inducendo all’errore diversi cittadini.
Il delitto è orribile, quasi indiscutibile, però tutti hanno il diritto Costituzionale alla difesa, avranno la loro pena o la loro assoluzione, se pena è, sia.
la nostra Costituzione (amata o odiata) cito l’articolo N° 27, indica le linee guida della legge.
Avere un giudizio “giusto” è complesso, il delitto è efferato, coinvolge un essere umano in formazione, altri decidono per lui, qualcuno giudica il loro stato psichico, questi saranno all’altezza.
Oltre a Roberto, un altro commento, quello di Massimo, fuori dal coro:
“ …ma quando si mescolano gli insiemi e si confondono pena con rieducazione, giustizia con vendetta, diritti di una famiglia uccisa da gesti criminali e diritti di chi ancora deve cominciare a vivere il medioevo e’ ormai alle porte …”
Direi, non è un ritorno, (Medioevo) credo che stia sparendo l’etica morale, oggi si ritiene un diritto, soddisfare i propri desideri.
Ottocento battute, di una donna, Monica, unico commento duro ma argomentato.
Definisce il fatto accaduto:
“ … un crimine terribile e con un movente idiota (lo so che non esiste un movente intelligente … ma qui si rasenta il “nulla”)… “
La Monica, esterna come una vera professionista, giudice e psicologa, decide il destino di un essere umano senza avere dubbi, non conoscendo (fonti attendibili) direttamente i fatti.
Soddisfa la domanda del Cataldo, “decidendo”.
La redazione