MISERICORDIA … ” in primis “In Agliana, rappresenta da oltre un secolo un’associazione religiosa .
Alcuni dei loro
dirigenti, non la
osservano in concreto ?
Una volta si diceva: Predicano bene , razzolano male … Coinvolti solo alcuni dirigenti, per decisioni prese.
La “Misericordia” Associazione religiosa, nel rispetto della laicità dello Stato, non contempla la sudditanza, l’opinione pubblica e parte dei soci è con la Misericordia, nella ultra centenaria storia di opere, ispirate “in primis” dalla religione di osservazione Cattolica Romana.
Ma, veniamo ai fatti, venuti a nostra conoscenza, pronti a rettificare eventuali involontari errori.
Il tribunale di Pistoia condanna la Misericordia a mantenere fede a impegni presi dai suoi vertici, parcelle per 400 mila euri, per consulenze e progettazioni nella costruzione della nuova Misericordia, inaugurata l’8 dicembre 2010.
L’immobile realizzato dalla Cmsa, di Montecatini, già nota alle cronache giudiziarie,
per altre e varie vicende. Usando progetti di altri, commissionati dalla Misericordia.La vicenda appare davvero incomprensibile, straordinaria, indicativa, considerando che stiamo parlando di una “Onlus”, i suoi atti devono essere trasparenti, se richiesti, un dovere morale, fornirli senza indugi, un dovere morale per onorare, Misericordia, soci, volontari e cittadini, sempre stati prodighi verso la stessa, nel rispetto della laicità e dei regolamenti delle “Onlus”.
Un giornalista Nel gennaio 2013, sapendo che i rapporti fra alcuni professionisti e i vertici della Misericordia erano tesi, fa richiesta (copia) di documenti per adempiere il proprio dovere di giornalista.
Conosciamo i professionisti esautorati, la loro professionalità e il loro comportamento morale, quando si tratta di opere religiose, laiche senza fini di lucro, applicano parcelle ai minimi del lecito professionale.
Lenta, inesorabile si dipana la storia, accuse reciproche:
La stampa, accusa i vertici, alcuni di nascondere, tenere un profilo basso, alle volte usando il silenzio …
I vertici controbattono; strumentalizzano i fatti, li porgono usando pregiudizi …
I giornalisti fanno il loro lavoro, incalzano. perché tanta reticenza …
Uno dei giornalisti, il dottor Bianchini cita i malumori:
“… per i tuoi volontari che, gratis et amore dei, si fanno giornalmente un culo come un paiolo, si sdoppiano, si striplicano, si dividono e si subdividono per aiutare gli altri.”
Continua, … ” … la Misericordia è fuori da questa penosa storia, è danneggiata, sollecita Don
Paolo proposto di Agliana, “correttore morale” della Misericordia, suo compagno di elementari e
di medie, Don Paolo silenzioso, non compie il suo dovere di prete, di parroco e di correttore morale. ”
Ci chiediamo, perché non chiarire alla luce del sole, in nome della trasparenza, lo devono ai cittadini, in particolare ai volontari, tanti, dati non ufficiali, 350 soci, il più basso numero delle Misericordie Toscane. Non conosciamo i precedenti nel tempo, ma ultimamente per diventare soci sono state frapposte tante difficoltà.
Anche un consigliere, Carlo Biancalani, afferma su un giornale locale:
“…È una guerra di potere…”
Dichiara la sua stima per i presidenti, Corrado Artioli e il suo predecessore Attilio Barontini.
Ammette leggendo le sentenze:
” …Gli incarichi di progettazione, solo a livello verbale e fiduciario
dal 1997 al 1999, non erano adeguati, non salvaguardavano gli interessi della Misericordia. …Oltre a questi aspetti, non risultano dalle sentenze errori o negligenze attribuibili alla responsabilità dei presidenti.
Sorgono spontanee due domande al Biancalani:
- Chi aveva l’obbligo di stilare gli incarichi di progettazione?
- Se i presidenti sono innocenti, chi sono i colpevoli ?
Il consigliere, forse per compiacere o per mancanza di cultura giuridica (architetto) non si rendeva conto che le sentenze erano causate da decisioni dei vertici, Il Presidente Artioli esautorando i professionisti causava il pasticcio.
Oltretutto usando i loro progetti, con cui ha fatto costruire la bella sede della sua Misericordia, portandola con le sue decisioni alla sconfitta in tribunale!
DON PAOLO TOFANI
“CORRETTORE MORALE DELLA MISERICORDIA”
C’è … Ma non c’è …
A star “zitti” non si sbaglia mai, appare sempre al momento giusto, nel momento utile … c’è e non c’è … questo è Don Paolo.
L’assemblea al cinema Moderno di Agliana, la giornalista Piera Salvi, descriveva la vicenda fra il presidente Artioli e due giornalisti in cerca di risposte; è il loro mestiere, con una frase tranciante ma significativa:
“ … Presenti diversi parrocchiani di S. Piero, a sostegno di Don Paolo Tofani, correttore della Misericordia, rimasto in silenzio.”
Don Paolo, “rimasto in silenzio” al “Moderno” … silenzioso lui non è, non perde occasione per dare giudizi, sul Vaticano e … Fanatico sostenitore della “teoria della Liberazione”, tiene “Ernesto Che Guevara” in canonica, come fosse Gesù Cristo.
I Agliana, all’interno del cattolicesimo, convivono due anime: quella dei martiri e di oltre 2000 anni di storia e quella di Don Paolo che, rasenta lo scisma.
Nella lettera indirizzata ai “suoi” Parrocchiani afferma blasfemicamente:
“ … Il fatto che mi si coinvolga in situazioni di cui io sono poco a conoscenza è, prima di tutto, per una visione arcaica e nostalgica del ruolo di correttore che io non ho mai pensato di esercitare. Inoltre ritengo che gli attacchi che mi sono stati rivolti, a cui non voglio dare seguito, siano piuttosto strumentali, tesi a mettere in discussione il mio modo di essere prete e svolgere questo servizio qui a S. Piero.
Don Paolo, “correttore morale” senza convinzione, credendo di assolvere il suo dovere di Cristiano e Prete Cattolico. Alcuni(molti) in Agliana si domandano, perché non lascia la Chiesa cattolica di cui contesta i vertici, non è il primo e non sarà l’ultimo.
Le dimissioni di Don Paolo Tofani da “correttore morale” sono un mistero, ( che cercheremo di documentare in seguito),ufficialmente abbiamo solo una dichiarazione, in un assemblea alla fine del 2013.
Sarebbero stati interpellati tre parroci in merito all’assunzione dell’incarico di “Correttore morale” della Misericordia di Agliana, uno avrebbe detto:
Il primo, “ …Posso dire che Don Paolo non condivideva la filosofia della Misericordia, per questo si è dimesso… Con un palazzo così, non è “Misericordia”! … L’Artioli mi ha convocato e mi ha chiesto di fare il correttore, ma non ho accettato… Ci sono degli obblighi impegnativi.”
Mi disse, inoltre: anche se non verrai alle riunioni, non importa: basta che tu accetti l’incarico”.
Il secondo, “ …ha detto: “… la figura del Correttore della Misericordia è antica, oramai superata (evidentemente il prete ignorava il pensiero del vescovo Agostinelli Arcicorrettore delle Misericordie d’Italia). “ … Nessuno mi ha mai chiesto di assumere tale incarico”.
Il terzo, L’ultimo parroco si è espresso così: “…nessuno mi ha contattato, qualche parrocchiano mi ha chiesto informazioni ma niente altro”.
Qualcuno nel colloquio ha poi precisato che non conosceva bene la questione della sentenza del processo Misericordia-Mangoni e che voleva leggersi la sentenza per capire. Inoltre ci ha anche chiesto lumi sulla vicenda della sig.ra Adele.
Il pensiero di un “laico”, Dottor Ferdinando Santini, socio della Misericordia.
Altro autorevole intervento è stato quello del Dottor Ferdinando Santini, socio della Misericordia di Agliana, Tesoriere dell’Ordine dei Medici di Pistoia, allegato al verbale dell’assemblea dei soci del giorno 11 settembre 2013, la parte finale:
“ … Inoltre aver coinvolto i volontari, crea un altro problema, facendoli apparire di parte: questo fatto potrebbe avere risultati deleteri nel loro reclutamento e nella raccolta delle offerte, in cittadini che vivono di pregiudizi.
Per questo ho cercato di interloquire e dialogare, invitando la nostra onlus e la controparte a un civile confronto. Al contrario, usato dal blog come socio autorevole e, creduto dalla onlus come connivente con gli ‘attacchi dei giornalisti’, ho visto vanificati i miei desideri.
Ecco perché non condivido e non mi sento responsabile di questo clima di scontro e di questa cortina, innalzata attorno alla onlus, che credo non faccia parte della nostra storia e che determina un’immagine nella comunità, che mi addolora quanto voi.
Stiamo seguendo una strada che ha fatto e fa il gioco del blog, che ci dipinge allora, come un’associazione ‘chiusa’, come fossimo un club privato che ha negato anche la visione dello statuto ed i suoi bilanci. Mentre altre associazioni uguali alla nostra e, mi riferiscono, anche la Curia Vescovile, hanno ricevuto il ‘nemico’ giornalista.
Non si pone fine all’inchiesta, commentandola fra di noi, ritenendola un affronto ingiusto e incomprensibile o ritenendo i giornalisti nostri nemici: per noi, i fatti che ci addebitano, sono errori indirizzati per un fine di bene per la onlus, per essi, invece, sono gravi mancanze. Ce le sottolineano.
Anche le esortazioni rivolte loro, da più parti, per soprassedere a questo ‘attacco’, ha sortito risposte piccate e risentite, rivendicando essi, legalità e loro diritto per farlo.
Forse aspettano anche una nostra denuncia giudiziaria per vedere ancora di più esposta la Misericordia, magari in qualche testata giornalistica a tiratura nazionale: allora sì che l’immagine, che di noi hanno dato, verrebbe divulgata!
Se questi sono i fatti, che hanno creato la necessità per noi, di dover difendere la nostra immagine è dimostrato ancor più, come la strada fino ad ora intrapresa, abbia dato risultati dannosi e contrari al nostro volere.
Pertanto lascio a voi, se riterrete, adire le vie legali, o chiudervi ancora come in una fortezza, per avere soddisfazione dell’indagine dissacrante o se, altresì, non sia più consono aprirsi all’accoglienza ed al dialogo.
Confesso che, per alcuni rilievi, alquanto pesanti, che ci hanno mosso per il passato, mi sento responsabile, poiché come socio, sono stato assente per molti anni, non partecipando alle assemblee ed alla vita della onlus. Non ho giustificazioni da dare, se non quella, altrettanto colpevole, di aver delegato.
Anche il vecchio Cd al contrario, sul versante delle decisioni, dell’impegno e dell’azione che ha profuso, e sulla strada in cui ci ha indirizzato, dovrebbe fare delle riflessioni e dare risposte.
Il blog attacca principalmente alcuni componenti del precedente Cd, dicendo di portare prove e fatti a sostegno, invocando conflitti di interesse: la risposta dovrebbe essere data dagli interessati.
Non abbiamo alcunché da temere dalla trasparenza.
Prego invece di voler riconoscere che i diritti costituzionali vanno riconosciuti ed accettati, fino in fondo, e non presi alla leggera.
Rappresentiamo una tradizione popolare, centenaria di Agliana, rivolta ai suoi bisogni socio-sanitari, che non deve avere timore di nessun commento, se si è cercato di agire per il fine del bene comune, nel rispetto del nostro statuto. Le critiche e le inchieste che ci hanno indirizzate, devono essere valutate e, se ritenuto, usate a migliorarci.
Pertanto rivolgo un appello all’Assemblea e al Consiglio Direttivo affinché considerino con spirito cristiano le cause, che ci hanno portato a dover tutelare l’immagine della Misericordia: la dottrina sociale della Chiesa, nel nostro ‘servizio’ costante e in chi ha l’autorità del potere, raccomanda ‘responsabilità ed esercizio costante di pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo di condivisione.
Il mio parere e dunque, il mio appello, è rivolto all’accoglienza, al chiarimento e al dialogo.
Il suo appello è stato vano, si dice che, l’assemblea decise l’azione di “tutela dell’immagine”, con un plebiscito bulgaro di 74 su 75, altre fonti, che ci furono tre contrari e un astenuto, attendiamo di leggere il verbale, che richiederemo.
Un giornalista, Mauro banchini.
Dipendente regione Toscana, incarichi nell’Ucsi: Unione Cattolica Stampa Italiana.
Interviene nella vicenda dell’inchiesta giornalistica del giornale, “Linee Future” in merito ad una sentenza del tribunale di Pistoia che vede condannata la Misericordia di Agliana.
Premette di esprimere una libera opinione personale dichiarandosi sostenitore delle Misericordie, alcuni suoi commenti:
“…anche in termini autocritici, in modo da ricercare la via di una sempre maggiore coerenza fra i valori proclamati e i comportamenti seguiti. “
“ … Detto questo, trovo totalmente sbagliata – e mi perdonino alla Misericordia di Agliana – la decisione di scegliere le vie legali contro una inchiesta comunque giornalistica. “
“ … Errata, pericolosa e intimidatoria … i potenti sotto accusa rispondono a suon di querele … Lo scopo evidente è impaurire chi, per professione, ha obblighi – anche deontologici – di informare i cittadini …
Amici della Misericordia di Agliana: davanti a giornalisti “rompiscatole” (non tutti, nella categoria, purtroppo siamo così. Ed è un male che molti giornalisti si scordino il loro dover essere “rompiscatole”), davanti a giornalisti che semplicemente fanno domande, chiedono notizie e documenti, vogliono conoscere, commentano (anche in modo duro) quello che via via vanno scoprendo o quello che non riescono a scoprire perchè, magari, notizie e documenti non vengono loro forniti, ebbene: davanti a tutto questo, reagire con una querela per (sic) “danno di immagine” mi pare molto sbagliato.
Soprattutto, appunto, se prima non si è voluto dare sufficiente prova di trasparenza.
E, in tutta onestà, non ho mai letto – in Quarrata News nei confronti della Misericordia di Agliana – offese o ingiurie tali da giustificare carte bollate.
Portare un giornalista in Tribunale mi pare un brutto infortunio: in particolare se, come voi certo siete, si è animati da quella dottrina sociale cristiana che è molto chiara … avrei un ultimo consiglio per la Misericordia: davanti all’inchiesta di questo blog, che magari infastidisce e magari risulterà esagerata o sbagliata, cerchino un’altra strada. Lascino perdere le carte bollate. …”
Con questa autorevole opinione, fra virgolette e in corsivo, chiudiamo l’esposizione, può darsi ci sia sfuggito qualche particolare, se qualcuno documenterà eventuali dimenticanze, provvederemo subito all’aggiornamento.
Ci scusiamo per la lunga esposizione che non invita alla lettura in questa frenetica vita quotidiana, come al solito non esprimiamo nostre opinioni, dividiamo sempre, i fatti dalle opinioni, vi diamo appuntamento al mese di febbraio del 2016 per fare il punto dei fatti emersi nelle varie udienze del 2015.
Pier Vittorio Porciatti, direttore responsabile della testata “ I FOGLI”